venerdì 24 agosto 2012

Le parole che ti ho detto. 4 Espressioni nell'adorazione

 
Parole come: figlio, moglie, goal, amico, portano con se una serie di altri significati correlati e inclusi.  Queste parole oltre che definire un ruolo, implicano anche un coinvolgimento dei nostri sentimenti più vivi e profondi.

La parola goal ad esempio, esprime più dell’obiettivo raggiunto. 

Anche nelle nostre celebrazioni  ci sono parole che spiegano chiaramente: “chi adoriamo”,  “perché adoriamo” ed esprimono sentimenti quali: appartenenza,gioia,aspettazione,liberazione, amore , gratitudine e soddisfazione . Tali parole non sono dettate dalla liturgia esteriore e religiosa, ma dalla bibbia , dal cuore e da esperienze di vita vissuta.

Scopriamo insieme le parole più usate e il loro significato.  

1)Alleluja: Che significa: esaltare il Signore e i Suoi attributi. Questa parola è formata da Halal che significa lode e Y’ha , forma ristretta di Yaweh cioè Dio. Praticamente significa lode e onore a Dio, quale nostro creatore e liberatore. In forma ultima la parola Yaweh  include il nome Gesù, che in originale è Yeshoua cioè Geova- Dio salva. Quando nell’adorazione e celebrazione noi cantiamo e pronunciamo la parola alleluia, stiamo dicendo : Onore a Dio , quale nostro creatore per le cose che ha fatto e per i risultati raggiunti. Lo facciamo con amore, gratitudine, gioia ed entusiasmo.

2)Abbà: che significa: Padre. Questa parola evidenzia il nostro rapporto parentale con Dio, ed esprime  sentimenti e  vincoli unici paragonabili a quelli dei figli piccoli nei confronti dei loro genitori.   Dobbiamo aggiungere che non è quella forma infantile di papino, ma quella più appropriata di Caro Padre, che include: calore, accettazione e rispetto. La sua forma originale è quella ebraica e aramaica che si pronuncia come si legge . Nelle religioni tradizionali è inusuale e in alcuni casi è proibito chiamare Dio il creatore “Abba padre”. Altre confessioni usano il termine Padre ma svuotato del vero significato ,  mentre Gesù nel getsemane  provò una profonda angoscia interiore e chiamò: “Abbà”, con un profondo senso di appartenenza e dipendenza, dando forma ad una giusta relazione e comunicazione con Dio.

 

 3)Osanna: Un grido di celebrazione per la liberazione ricevuta. Nell’Antico testamento veniva usata nei periodi difficili e nelle difficoltà per esprimere  dolore e  necessità, che richiedevano l’urgente intervento di Dio. Era una richiesta di aiuto e liberazione che veniva racchiusa nella parola osanna cioè: salvaci. Nel Nuovo Testamento diventa un grido di celebrazione per l’opera di salvezza e liberazione compiuta e completata da Gesù, perché in Lui Dio ha compiuto ogni cosa. Nel salmo 118 , salmo usato dagli ebrei per la celebrazione della pasqua,Osanna è congiunta alla dichiarazione: Benedetto è Colui che viene nel nome del Signore, chiara espressione della venuta di Gesù sulla terra.

4)Amen: E’ una parola che indica piena condivisione da parte di chi la pronuncia, verso quello che è  scritto nella  bibbia ed è dichiarato nelle preghiere. Questa parola si usa anche come rafforzativo sulle confessioni di fede. Racchiude il significato  dell’opera compiuta e completa di Gesù, infatti sulla croce Egli dice: “tutto è compiuto”. Nell’apocalisse  Gesù è chiamato l’Amen , (Apoc.3:14) cioè Colui che è ed ha l’ultima  parola  nei cieli e sulla terra. Questa parola denota fedeltà, certezza, verità attendibile, condivisione, conclusione. Il suo significato è racchiuso in 5 lettere : 
COSI’ E’.
 
A presto
 
Stefania Terregna