domenica 8 dicembre 2013

Come entrare nel Regno

 
Come entrare nel Regno dei cieli (Matteo 4: 17 e 23)        
 
 
Gesù esordisce in questo modo predicando il “Regno dei cieli si è avvicinato a voi “.
Il regno dei cieli è per natura invisibile agli occhi umani, ma i suoi effetti sono visibili infatti  Egli guarì gli ammalati e rialzò gli infermi,(Matteo 4:23) queste sono alcune caratteristiche del regno dei cieli.
 
Dove era stato il regno dei cieli fino a quel momento ?
Certamente non era stato assente , ma dalle parole di Gesù possiamo dire che era stato lontano e si manifestava sporadicamente.
Perché si era allontanato ?
A motivo della caduta dell’uomo descritta nella Genesi, dove l’uomo ha affidato a Satana il dominio ricevuto da Dio, nella creazione.
Quell’ atto permise l’avvento di un altro regno che portò le  persone alla debilitazione.
  
Gesù riapre la porta della speranza per riportare l’essere umano nella condizione ottimale pensata da Dio .


L’ UNICA SPERANZA E’ RIENTRARE NEL REGNO. COME ?

In (GIOVANNI 3 : 3 e 5) Gesù rivolgendosi ad un uomo religioso che aveva molte domande  dice che era “necessario nascere di nuovo per vedere e entrare nel regno dei cieli.

Questo principio di vedere e entrare era stato adottato anche da Mosè nella conquista della terra di Canaan ,  quando  inviò  12 spie, per esplorare la terra , prima di entrarvi.

In caso contrario  la nostra ricerca sarà a tastoni (Atti 17:27) benché il  regno sia vicino a noi.  Potremmo assomigliare questo principio,  all’accensione di  un’applique per la notte, che ci permette di vedere il cammino a breve distanza , anche se intorno  è buio.

Un atto soprannaturale di Dio nella nostra vita, dietro nostra richiesta, ci permetterà di vedere e arrivare al “regno dei cieli che è vicino a noi”.
 
 
Nel vedere l’uomo riceve comprensione dell’esistenza del regno.
Gesù dopo aver parlato del vedere dice che l’uomo deve entrare nel regno, perché ?
Nel vedere il regno e le sue manifestazioni l’uomo è attratto dalle virtù implicite del regno che sono  descritte in (Romani 14:17)  le pregusta, ma per viverle pienamente deve compiere il passo successivo cioè entrare .
In (Giovanni 3:5) Gesù mostra a Nicodemo come vivere le virtù del regno dei cieli, dicendo “deve entrare” inoltre Gesù rivela che per questo passo è necessario l’intervento della Parola di Dio e dello S. Santo, non basta la buona volontà, né la discendenza religiosa e tanto meno gli sforzi umani (Giovanni 1: 12-13)   perché ?
Nel momento della decisione di volere vivere questo Regno dei cieli , entrano in ballo le forze contrarie che sono presenti dentro di noi e intorno a noi. Per spiegare meglio quali  sono prenderemo come esempio ancora : gli esploratori della terra di canaan  in (Numeri 13:20-33).
Gli esploratori andarono  e videro che la terra era fertile e buona , una terra dove scorre latte e miele espressione usata per rendere chiaro la misura della bontà del paese, però c’erano gli ostacoli rappresentati dai giganti presenti e quei giganti ,
”ingigantivano”  il loro senso di debolezza e inferiorità,  infatti gli esploratori dissero: Sembravamo locuste davanti a loro.
Per cui la paura del fallimento li prese e lo scoraggiamento si impadronì di loro inducendoli a desistere dalla conquista. Lo stesso  avviene anche oggi  quando una persona decide di voler  conoscere Gesù per la salvezza, entrano in ballo fattori interni come sentirsi indegno, dubbi, incredulità che produce solo scoraggiamento  e fattori esterni che la fanno apparire come una “mosca bianca” a causa della rarefazione della fede autentica in Gesù.
Ecco perché  Gesù ha detto che abbiamo bisogno dello “Lo Spirito Santo e della Parola” per entrare. Infatti Essi  si attivano per  noi e ci aiutano a superare quegli  ostacoli interni ed esterni,   così da poter entrare nel regno dei cieli  iniziando  a  viverne  le virtù  e godere dei frutti che lo distinguono.
NEL REGNO DEI CIELI NON SI ENTRA QUANDO UNA PERSONA MUORE, MA QUANDO UNA PERSONA  RINASCE  GRAZIE A  GESU’. 
 
Past.
Fabrizio Terregna
 

martedì 12 novembre 2013

SEI BENEFICI DELLA.......


SEI BENEFICI DELLA RESURREZIONE (1 Corinzi 15 : 12-20)

 

Si racconta che in America , girasse voce  tra i suoi collaboratori che il presidente Abramo Lincoln sarebbe resuscitato. Così andarono più volte a verificare se tale voce fosse fondata. Ogni volta andavano alla tomba e trovavano il suo corpo lì, convinti della veracità delle parole , mandarono ispettori del governo  ma il suo corpo era sempre lì, fecero passare del tempo forse anni poi andarono e il suo corpo era lì. Al contrario la resurrezione di Gesù  è reale e Paolo ci spiega il pechè.

PREMESSO CHE :

1)Il cristianesimo deve la sua potenza di espansione e di vita al fatto che il suo capo Gesù è risorto.

2)La resurrezione  abbraccia il nostro tempo totalmente passato presente e futuro:

A) Il passato perché toglie via la colpa e la condanna

B) Il presente perché cambia il nostro status , da ingiusti a giusti.

C) Il futuro perché ci garantisce che noi risusciteremo come LUI è risorto.


Inoltre la resurrezione è fondamentale per cementificare le nostre motivazioni, renderle pure e indistruttibili, quando le motivazioni esterne (popolarità) cadono, quando le motivazioni interne (bisogno di accettazione ) falliscono, rimangono le motivazione eterne ( la resurrezione e la ricompensa). I nostri padri furono  caratterialmente indistruttibili proprio per la centralità del messaggio della resurrezione.
 
VEDIAMO I MOTIVI DELLA CERTEZZA DELLA RESURREZIONE.
SEI BENEFICI DELLA RESURREZIONE.

1. Verse 14: "" Ma se Cristo non è risorto la nostra predicazione è.... 
2. Verso 14 "Vana è la vostra fede .
3. Verso 15: Se Cristo non è risorto noi siamo "falsi testimoni”
4. Verso 17: "Se Cristo non è risorto “noi siamo ancora nei peccati."
5. Verso 18: "Se Cristo non è risorto“quelli che dormono  in Cristo sono  perduti."
6. Verso 19: Se Cristo non è risorto "noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini." .

 

 VERSO 17 LA PRIMA REALTA’  CHE MI CONFERMA CHE CRISTO E’ RISORTO E’: CHE I MIEI PECCATI SONO PERDONATI. QUI TROVIAMO UN FONDAMENTO SUL PERDONO. IL PERDONO NON E’BASATO SOLO SUL FATTO CHE DIO MI AMA , MA ALTRESI  SUL FATTO CHE GESU’  RISORTO  HA L’AUTORITA’ DI TOGLIERE VIA IL PECCATO. ALCUNI ANCHE SE CREDENTI HANNO BISOGNO DI LIBERAZIONE DA FORME DI PECCATO E CRISTO  PUO’ FARLO.   (LUCA 5: 20 – 21)

INOLTRE NOI NON CAMBIAMO SOLO DENTRO, MA CAMBIA LA NOSTRA POSIZIONE FUORI, INFATTI DAVANTI A DIO SEI RESO GIUSTO. (ROMANI 4:25)

 CHI È GIUSTO ?

TUTTI QUELLI CHE CREDONO CHE DIO HA RESUSCITATO CRISTO DAI MORTI, RICEVONO GRATUITAMENTE LA SUA GIUSTIZIA. (ROMANI  10 : 9)

 
GIUSTI PER OTTENERE LE BENEDIZIONI

 

VERSO 14 LA SECONDA REALTA' E' CHE LA NOSTRA FEDE NON E' VANA,  CRISTO  RISORTO RENDE LA NOSTRA FEDE EFFICACE E RISPONDE AL  BISOGNO DELL’UOMO , TUTTI GLI UOMINI DEVONO PER FORZA SPERARE E CREDERE IN QUALCOSA  O QUALCUNO, CHE SIA VERAMENTE DEGNO DELLA LORO FIDUCIA  CHE NON LI LASCI MAI , NON LI DELUDA MAI, TUTTI CERCANO QUALCUNO COSI', LA RESURREZIONE PROVA CHE CRISTO E' DEGNO DELLA NOSTRA FIDUCIA PERCHE' LE COSE SONO ANDATE ESATTAMENTE COME LUI AVEVA  DETTO,  

 SE COSI' NON FOSSE SAREMMO IN PREDA AD ALLUCINAZIONI, INSANI DI MENTE , I NOSTRI SFORZI SAREBBERO FRUSTRANTI, E ALL’ULTIMO DEI NOSTRI GIORNI SAREMMO IN PREDA A DUBBI E PERPLESSITA'

SAREMMO I PIU MISERABILI DI TUTTI ( VERSO 19) COME GLI AMICI DEL PRESIDENTE  LINCOLN, ANDREMMO ALLA SUA TOMBA NELLA SPERANZA CHE IL SUO CORPO NON SIA PIU' LI'  E SAREMMO DELUSI,  INVECE AL CONTRARIO  LA NOSTRA VITA TESTIMONIA CHE LUI NON E' PIU' IN QUELLA TOMBA.

 

 
 

VERSO 15 TERZA REALTA' NON SIAMO FALSI TESTIMONI,  LO TESTIMONIANO LE CENTINAIA E MIGLIAIA DI PERSONE CHE CONFERMANO QUESTA VERITA', I NOSTRI AMICI CHE HANNO CREDUTO ALLA NOSTRA TESTIMONIANZA , CHE OGGI SERVONO IL SIGNORE ,  ( GIOVANNI 17 : 20 ) INOLTRE COLORO CHE CREDONO IN GESU' A MOTIVO  DELLA NOSTRA  TESTIMONIANZA .

ANCHE L’ODIO  CONTRO DI NOI A MOTIVO  DI GESU' RENDE TESTIMONIANZA CHE CRISTO E' RISORTO , GESU' DISSE IL MONDO LI HA ODIATI (GIOVANNI 17) PERCHE': SFUGGIAMO AL SUO POTERE.

 

RIEPILOGO

ABBIAMO IL PERDONO DEI PECCATI ASSICURATO

ABBIAMO UN AMICO FEDELE DEGNO DI TUTTA LA NOSTRA FIDUCIA

ABBIAMO UNA TESTIMONIANZA/PAROLA EFFICACE

UNA VITA DA INVIDIARE

UNA GIOIA CHE NON FINISCE CON LA MORTE.
 
 
Past. Fabrizio Terregna
 
 
 
using by permission
desiring God

giovedì 12 settembre 2013

I VELENI DELLO SPIRITO !


I VELENI CHE UCCIDONO IL NOSTRO SPIRITO

 

Nel libro degli atti troviamo alcuni credenti che non avevano mai sentito parlare dello Spirito Santo. (Atti 19:2)

Questo li portava ad ignorare  di possedere uno spirito proprio.

Anche oggi molti che professano la fede in Dio, mancano di nutrire e rispettare la parte più reale della propria persona: Lo spirito.

Penso che sia  importante per noi comprendere meglio  la realtà del nostro spirito.

Alcune  persone pensano di essere solo un corpo che cammina, altri di essere solo un cervello che pensa e altri ancora di essere un amalgama di sentimenti, ma come dicono le scritture, l’uomo è  spirito, anima e corpo. (2 Tessalonicesi 5:23)

Ci sono dei veleni che possono indebolire e uccidere il nostro spirito.

Oggi, permettetemi di mostrarvi sei comportamenti che infettano lo spirito .

Leggiamo  in Efesini 4:29-32 . L’apostolo Paolo scrive:

Non rattristate lo Spirito col quale siete stati suggellati.

Le azioni che rattristano lo Spirito Santo  rattristano conseguentemente il nostro spirito.

Rattristare significa sviluppare tristezza o dolore fino a far  piangere. Inoltre significa causare dolore e  angoscia. (verso 30)

Ma cosa rende lo Spirito  triste?

 

1).Il linguaggio offensivo e volgare è un veleno per  lo Spirito.  (verso 29)

 “Nessuna brutta parola esca dalla vostra bocca.”

La parola usata intende qualcosa che è “marcio”. 

Questo include: linguaggio osceno, irriverenza, storie sporche, volgarità, doppi sensi, etc.

Le persone lo chiamano “figo” da quando è “figo” per i predicatori parlare così da un pulpito? Altri  definiscono “realisti” o “autentici”, chi usa questo tipo di parole.? L’apostolo dice:  Non potete parlare in questo modo.

 

2) L’amarezza è un altro veleno per lo spirito (Verso 31)

Una definizione parafrasata potrebbe essere: uno spirito amareggiato e risentito che rifiuta di essere riconciliato.

Alcune persone sembra che vivano meglio quando sono nei conflitti.

Letteralmente sguazzano nei conflitti come pesci nell’acqua.

Ignorano forse che quest’atteggiamento è un peccato che avvelena lo spirito e va urgentemente rimosso.

La cosa  triste è che le persone amareggiate raramente proteggono se stesse e gli altri  infatti danno libero sfogo alla propria amarezza infettando anche le persone vicine. (Ebrei 12:15)

 

3) L’ira, la maldicenza, la malizia sono veleni per lo spirito (Verso 31)

L’ira parla di una persona che facilmente  perde il controllo, alza la voce e urla.

La maldicenza è colui che parla alle spalle e parla “OLTRE” cioè non si attiene ai fatti, ma gonfia, aggiunge , insinua e distorce la realtà.

La malizia è un comportamento che tende a complottare contro qualcuno.

Tutti abbiamo conflitti e incomprensioni nella vita, ma ognuno può decidere come reagire.

Possiamo dire come il mercante di Venezia : Avrò la mia vendetta.

Oppure possiamo credere in Dio che dice:

A me la vendetta io darò le retribuzione a ciascuno.

Viene detto che Agostino avesse una scritta sul muro che diceva:

Chi parla male di qualcuno che è assente, sia esso uomo o donna non è benvenuto a questa tavola.

Al contrario L’apostolo Paolo ci dice di essere “ benigni e misericordiosi” eppure aveva diversi motivi per essere risentito.

Certamente nessuno  merita la benignità e la misericordia.

Neanche io e te, ma…… Dio ci ha perdonati in Gesù.(Verso 32)

Le persone perdonate sanno perdonare, l’alternativa al perdono è avvelenare  se stessi e addolorare lo Spirito Santo.

 

 

Fabrizio Terregna

 

 

Providing from “crosswalk blog”

mercoledì 31 luglio 2013

Essere Buoni leader.


 

Ebrei  13:7-8 “Ricordatevi dei vostri conduttori  che vi hanno annunciato la parola .  Considerate  la  conclusione della loro vita , e imitate la loro fede.”  Questo  passaggio  ci dona  tre caratteristiche di un vero leader:

1) Un vero leader ha un messaggio degno di essere ricordato.  Quando loro parlano, le persone ascoltano.  “Ricordatevi dei vostri  leader  che vi hanno  annunciato la parola di Dio .”  E’ evidente  che un messaggio che merita il nostro ricordo è biblicamente sostanzioso . Non per forza complesso, magari semplice ma  veramente evangelico.

2) Un vero leader  ha uno stile di vita degno di essere considerato.  “Considerate la conclusione  della loro  vita.”  Praticamente I loro passi e le loro parole vanno nella stessa direzione. Le loro azioni si incontrano con le  loro parole nella testimonianza della loro vita.  La loro vita è una sintassi tra  parole e  opere che destano considerazione.

3) Un Vero leader ha una fede che è degna di essere imitata.  “Imitate la loro fede .” La loro fede è stata provata dalle avversità, risultando preziosa più dell’oro che perisce.(Giacomo 1: 2-3)

La loro fede non è il  frutto di una adesione intellettuale alla parola di Dio, ma il risultato di scelte  rischiose che li hanno forgiati.
(Ebrei 12)

La loro fede è degna di essere imitata  perché è stata esercitata, rinforzata e espressa attraverso  l’amore. ( Galati 5:6)

La loro fede è degna di essere imitata perché attraverso di essa hanno visto la gloria di Dio manifestata in loro favore.(Romani 5:2)

 

Se vogliamo essere buoni leader , abbiamo bisogno di sviluppare un messaggio degno di essere ricordato (Dio che parla attraverso la mia bocca).

Avere  una vita  che esprime il messaggio  (Dio che parla al mondo attraverso  le mie azioni). 

Avere una fede che suscita imitazione ( Dio che parla attraverso il mio carattere).

Past.

Fabrizio Terregna

 

Using by “Pastor’s.com.”

domenica 28 luglio 2013

martedì 9 luglio 2013

Essere o non essere (Parte Terza )


Serie Fondamenti : “Essere o non essere” - Parte Terza (1 Corinzi 3: 7-17)
 

Noi siamo una stessa cosa.  (1 Corinzi 3:8 )

 

Introduzione : Dobbiamo decidere al più presto se essere  costruttori o  distruttori.

 

L’ apostolo Paolo presenta tre tipi di persone nella chiesa:

MATURI   (1 CORINZI  2:6)

CARNALI (1 CORINZI 3:1)

NATURALI (1 CORINZI 2:14)

Tre tipi di materiale :

ORO, ARGENTO, PIETRE PREZIOSE  e

LEGNO, FIENO, STOPPIA. ( 1 Corinzi 3:12 )  Tutti questi cicli sono a decrescere .

Paolo nell’elenco dei materiali  non solo fa una distinzione  , ma cerca di farci comprendere qualcosa.

1) I criteri  di valutazione dei materiali preziosi sono:  purezza, lucentezza, grandezza.

2) Ogni pietra per quanto preziosa, deve essere incastonata nell’oro .

     Noi siamo preziosi come individui, ma  utili come corpo. (Versi da 5 a 7)

Come pietre preziose noi siamo al sicuro finché rimaniamo nella struttura.

Tutti noi vogliamo essere ammirati per lo splendore, ma in pochi valutiamo l’importanza dell’ incastonatura.

La società è malata di individualismo, questa malattia nasce dal bisogno di sentirsi utili e di avvertire il proprio valore, una necessità legittima che si trasforma in maligna quando per appagarla  si disprezzano gli altri.

Paolo non parte dall’esclusivismo, ma dalle peculiarità che ci rendono simili:

Come essere umani , come figli di Dio, come membri della chiesa,  come servitori,  come costruttori e infine siamo uguali sul metodo che  valuterà il nostro operato. ( 1 Corinzi 3:13)

 

Siamo invece  diversi nei ruoli, nel costruire e nella ricompensa.

Infatti Paolo scrive  ognuno stia attento a come  costruisce sopra.

Dio non è impressionato dalla quantità ma dalla qualità. ( 1 Corinzi 3:10 )

 

Infine Paolo cerca di farci comprendere un plausibile accostamento tra i tipi di persone nella chiesa e i materiali usati.

L’uomo naturale è per natura pigro riguardo alle cose di Dio e  può essere accostato alla paglia.

L’uomo carnale è iperattivo , competitivo e religioso , dà un grande  valore  alla quantità  e può essere accostato al legno.

L’uomo maturo è colui che ha acquisito i valori  del Regno di Dio  che uniscono la qualità alla quantità e può essere accostato ai materiali preziosi.

 

Un interessante raffigurazione di quanto abbiamo detto è descritta nella storia dei tre porcellini.

 

Pastore

Fabrizio Terregna

 

 

 

 

 

 

martedì 25 giugno 2013

ESSERE O NON ESSERE... (Parte Seconda )


Serie Fondamenti - “Essere o non Essere” Parte Seconda (Efesini 1:1-14)

 

Introduzione : (Efesini 2:10) Noi siamo opera Sua.

 

La società dice: Più possiedi , più vali,  più diventerai importante.

La religione dice: più fai, più sei utile per te e per gli altri, più avanzerai verso il  paradiso.

La bibbia dice: prima di fare e di avere devi sapere chi sei, prima sai  chi sei e prima smetterai di essere qualcun altro.

Questa sera valuteremo un altro aspetto di chi siamo, attraverso (Filippesi 1: 6-12-14).

 

Noi siamo la lode della Sua gloria e grazia. Noi siamo una lettera, letta da tutti gli uomini, scritta dal dito di Dio   (2 Corinzi 3).
 
Nell’Antico testamento in modo specifico nella legge si offrivano in sacrificio gli animali .

Nel libro dei salmi, viene raccontato di un guerriero e cantore dal nome Davide che offriva lodi e ringraziamento.

Nel Nuovo Patto con Gesù noi andiamo oltre,   non solo offriamo lode e ringraziamento a Dio, ma noi stessi diventiamo  una lode e un ringraziamento. 

NOI SIAMO  UNA LODE A DIO.

Un piccolo esempio può aiutarci a comprendere meglio queste parole:

Noi siamo come altoparlanti che trasmettono all’esterno una melodia che viene da uno strumento suonato abilmente da un musicista. Il musicista che crea armonie è Dio, lo strumento col quale Dio compie tali armonie è Cristo e noi siamo gli altoparlanti che diffondono all’esterno.

Come Dio opera per farci diventare a Lode della Sua grazia ?

 

1) ADOTTANDOCI.

L’adozione è una delle espressioni dell’amore di Dio.

Questa avviene  all’inizio, prima dei nostri sforzi, della nostra dignità, delle nostre capacità.

La Sua adozione ci rende forti  perché non è basata sul nostro merito, ma su una scelta di Dio.

Due immagini dell’adozione:

A differenza delle adozioni  , che riguardano in genere i bambini,  Dio adotta persone adulte, che in molti casi sono arrabbiate  e ribelli, proprio nei riguardi  di Dio.

Per questo l’adozione biblica ha due aspetti:

Uno è attrattivo, perché come pecore senza pastore, eravamo bambini fragili senza genitori affettivi.

L’altro è repulsivo, perché volutamente ribelli alla Sua volontà.

Noi eravamo attrattivi e repulsivi allo stesso tempo.

Scopi di Dio nell’adozione:

a) Dio ci ha adottati  per mostrare la Sua grazia  attraverso noi.

b) Dio ci ha adottati per mostrare  la Sua gloria.

(Oggi molti vedono nel vangelo la possibilità per ottenere solo qualcosa di semplicemente terreno.)

c) DIO ci ha adottati per ristabilire la Sua immagine in noi.

d)Dio  ci ha adottati  per fare diventare Gesù il centro del nostro mondo.

L’ ADOZIONE HA UN COSTO (Verso 7).

Anche nell’ adozione biblica  come nell’adozione naturale ,  c’è un prezzo da pagare,
un costo per tutti, per chi adotta e per chi viene adottato.

A Dio è costato il figlio amato, a noi  l’obbligo di sottostare  alla disciplina paterna  del
Signore. L’ Amore non esclude la disciplina .

Qual' è  il padre che non disciplina il figlio?

Alcune persone per evitare questo costo non si  legano  a nessuno, ma ogni  relazione
 degna di tale nome  ha un costo.
 
Anche noi dovremmo  applicare la legge dell’adozione verso gli altri:

Senza aspettare la perfezione.
Attraverso una scelta d’amore, sapendo che costerà qualcosa.

 

2) SIGILLANDOCI  (Verso 13)

Dio ci ha sigillati con il Suo Spirito per  farci  vivere A Lode Della Sua Gloria.

Cosa significa essere sigillati nella bibbia ?

A) In Matteo 27:66 significa  AUTORITA’,

Gesù rompe il sigillo della morte , dei romani e dei religiosi.

B) In  Apocalisse 20:3 significa PROTEZIONE

Satana è legato e la sua prigione è sigillata.

C) In Romani 4:11  significa AUTENTICITA’

Abramo riceve il sigillo come segno della sua fede genuina.

D) In APOCALISSE 7:3 significa  INTEGRITA’

I servi sono sigillati per non essere corrotti o danneggiati.
 
 

Per Concludere riepiloghiamo.
 

Dio ci rende “A lode della Sua gloria” adottandoci attraverso Gesù

e sigillandoci con il Suo Spirito Santo.
 
Past.

Fabrizio Terregna

 

 
 

 

 

 

 

mercoledì 19 giugno 2013

Essere o non essere .... (Parte Prima)


Serie Fondamenti

 

Titolo: Essere o non essere questo è il problema. (Romani 1: 1-7)

 

La celebre frase di Shakespeare, evidenzia  il bisogno di avere un’identità chiara.

Non smetterò mai di sottolineare la necessità  che ogni essere umano ha di trovare se stesso. Questo vale anche per quei cristiani che ancora non sanno chi sono in Cristo.

Gesù prima di chiarire le Sua missione , dichiarò la Sua identità dicendo diverse volte :IO Sono,  Lo stesso principio vale per ognuno di noi , prima di scoprire quello che possiamo fare o quello che dobbiamo fare, dovremmo  per forza scoprire chi siamo.

Introduzione   (Proverbi 25:26)

Il verso soprascritto rimarca uno dei rischi che si corre a causa di un identità debole.

L’empio (satana) potrebbe farci vacillare dalla nostra posizione di figli di Dio, dalle nostre convinzioni,  e dai nostri  principi a causa di una fragile identità.

Potrebbe farci  vacillare nelle tentazioni e nelle scelte, perché un identità debole rende debole tutto quello che facciamo e diciamo.

Un’identità debole ci fa diventare persone e cristiani del tentativo e non della certezza.  

La nostra carta d’identità , non dice se siamo magri o grassi , se corriamo  veloci o no, non elenca le nostre  passioni  ma descrive con chiarezza i tratti essenziali e fondamentali della tua persona. Come cristiani  noi sappiamo di essere figli di Dio e non figli di un genitore innaturale.

(Giovanni 13:3)Gesù sapeva, che era proceduto  da Dio e che ritornava a Dio, noi non possiamo vacillare sulla certezza che Dio ci ha fatto nascere e a Lui torniamo.

Anche l’apostolo Paolo inizia ogni rapporto  epistolare, partendo da questo punto di forza: egli conosce la sua identità in  Cristo.

In (Romani cap. 1:1-7)

Paolo si identifica come servo(Verso 1), non come credente o cristiano (Religione).

Servo di una persona morta diversi anni prima, che ora si dice è risorto.

La parola servo a quei tempi descriveva una condizione chiara e definita.

Il servo era visto in modo diverso da ebrei e cristiani: per i romani era una persona che doveva la vita al suo padrone , quest’ultimo disponeva di lui come meglio credeva e se lo riteneva opportuno poteva perfino ucciderlo.

Per gli ebrei il servo era una risorsa, una persona su cui investire, per poter in caso di necessità affidargli le questioni di famiglia ( IL servo di Abramo).

Paolo quando si identifica come servo a queste due immagini in mente.

La parola servo nel cristianesimo non vuole rimarcare la bassezza della persona, perché Dio dona dignità alle persone, ma vuole sottolinearne l’appartenenza(1 Corinzi 6:20 e Cap. 7:23).

 

 

 

(Esodo 21:2-6)  Ci dice che fondamentalmente esistevano due categorie di servo:

Quello comprati a cui tutti appartenevano e  quello innamorato  che rimaneva nella casa per scelta. Il primo era a tempo infatti al giubileo poteva andarsene  l’altro è per sempre.

Noi siamo servi comprati e innamorati.

 

 

2)Paolo si definisce uno che: è stato chiamato( Versi 1-6-7).

Con questa parola Paolo  intende mostrare  l’azione specifica dello S. Santo, nel portare a Dio le persone. Il  cristianesimo genuino deve la sua efficacia e crescita al coinvolgimento diretto di Dio nel Suo mezzo. Ognuno che vive un rapporto di fede con Gesù, che ne sia cosciente o meno è stato “contattato” direttamente da Dio, attraverso i moderni discepoli. La chiamata diretta di Dio ci ha  portato fuori dalla condizioni precedente di  estranei, per introdurci  a quella di figli.

Noi non siamo resi figli di Dio  dalla capacità manipolativa umana dell’ eloquenza o altro.  Ma direttamente da Dio attraverso lo strumento da lui usato.

La nostra figliolanza è da Dio, e questo ci responsabilizza verso di lui.(Giovanni 3:1-8)

Se  la nostra chiamata è dagli uomini allora  sarai schiavo degli uomini. Dovrai ingraziarti le loro simpatie. (Galati 1: 6 e 10)

Paolo prende la sua importanza non da cosa compie lui per Gesù, ma da cosa Gesù ha compiuto in lui.

 

3)Paolo si definisce  messo da parte per l’evangelo(Verso 1)

Con questa  parola vuole sottolineare la scoperta dello scopo di Dio , per la sua vita.

Ogni cristiano dovrebbe conoscere gli scopi generali di Dio per la propria vita.

La parola separato o messo da parte è la stessa usata per  “Fariseo” che letteralmente significa “Segregato- isolato” ma la differenza nell’applicazione è immensa. Infatti i farisei , si auto separavano per promuovere la loro setta religiosa, attraverso la manipolazione delle persone e della verità.

Paolo  invece non si è separato dagli altri per fare qualcosa di personale, questo accadeva  prima nella religiosità, ma  è Gesù che lo ha chiamato sulla via di Damasco e dedicato a uno scopo preciso : L’evangelo. Questo accade a tutti quelli che Dio chiama, la Sua opera li allontana dal male per dedicarli ad uno scopo nuovo.

Dio non ci separa dagli uomini , ma ci manda tra gli uomini come servitori di Gesù.

 

Fabrizio Terregna

 

Anche nei (versi 6-7) viene detto che anche noi siamo  stati chiamati direttamente da Gesù

Cristo, amati da Dio,  chiamati ad essere santi, c’è uno scopo essere santi,  separati dal male.

La santità è il dono di amore del PADRE, che ti mette in condizione di essere e vivere come LUI.

Perché è importante la santità: (Verso 4) Gesù è l’esempio: Nato nella carne come tutti, MA

La santità ti stabilisce come “Figlio di Dio” ti rende stabile in Dio.

Ti mantiene in autorità sul male.

Ti assicura una vita di resurrezione.

Torniamo così al verso di apertura : Il giusto vacilla davanti al male, per insicurezza.

 

Past.
Fabrizio Terregna